Alfredo Calendi ricorda Cesare

by brighella012
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La buona riserva del passato

 
Lettera di Alfredo Calendi, amico di Cesare Cancellieri e socio dell’Associazione “Informatica e Didattica”.
 

Ricordare le persone scomparse, gli amici in particolare, è ben più di un dovere: è una prova di affetto ma anche spesso di intelligenza.

Sicuramente in questo evento esprimiamo il desiderio di rivivere momenti importanti che si sono condivisi e, per chi ha conosciuto Cesare Cancellieri, sono veramente tanti quei momenti, quelle esperienze tanto che ciascuno ne custodisce una buona riserva.

Per non perdere neanche un frammento di quel ricordo, abbiamo istituito il premio Cancellieri che si ispira alla parte “docente” della persona di Cesare, ma sappiamo che dividere l’insegnante dall’uomo e dalle sue passioni, è sicuramente un artificio: come insegnante Cesare non era molto diverso da com’era come uomo. Una persona alquanto capace, oltre che di impegno professionale, di muoversi ad alto livello nella cultura, nella politica e nel sociale, sempre curioso e appassionato.

Tornando al tema dei ricordi, a seconda delle circostanze, questi possono apparire vere e proprie perle oppure semplici cocci sparsi: ma anche in questo caso, rimarrebbero sempre preziosi perché poi tocca a noi la responsabilità di ricomporre i pezzi quando ci impegniamo a dare un senso alla vita.

L’altro giorno mi hanno richiamato nella mia vecchia scuola per riavviare due vecchi computer del 98, dei Macintosh, del cui funzionamento solo io, in quella circostanza, avevo memoria.

E allora insieme ai ricordi di quegli anni, mi è tornato alla mente Cesare e la comune passione per quei computer ancora così grezzi ma che tanto fascino rivestivano per noi insegnanti e soprattutto per gli allievi. In effetti, come già era accaduto con l’introduzione nella scuola, nella didattica, degli audiovisivi prima e poi della TV ed infine dell’informatica, si cercavano strumenti per mettere alla prova l’intelligenza dei giovani, per unire passione e desiderio di imparare.

Un’idea questa che ha caratterizzato un po’ tutta la nostra generazione e che non si vuole disperdere, ma anzi, con l’impegno quotidiano e anche con iniziative come queste, desideriamo riprendere e rilanciare perché riteniamo sia una delle componenti più preziose dell’insegnamento: quella che vede fianco a fianco alunni ed insegnanti condividere progetti e ricerca.Alfredo Calendi

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